"Giganti di Monti Prama"

 La storia
Osservandoli più da vicino veniamo invasi da 1000 domande. Chi doveva difendere questo esercito? Un re o un popolo? Dagli stranieri o dalle forze del male? Da chi sono stati scolpiti?
Le pettinature sono celtiche, gli elmi hanno delle corna, gli scudi sono elaborati.
Sono molto simili ai bronzetti dei ritrovamenti di “Abini/Serri” (dal nome dei luoghi di ritrovamento: Abini/Teti e Santa/Serri) per volti, vestiari e armi e per questo vengono datati tra il VII e l’VIII secolo a.C., periodo in cui gli Shardana (il popolo del mare sardo) avrebbero già girato il mondo allora conosciuto, acquisendo innumerevoli conoscenze nel vestiario (orientale), nei capelli (celtici) e nelle armi. L’autentica datazione non è mai stata accertata, ma vi sono altre ipotesi che vanno anche dal 2700 a.C. al 1° millennio a.C. fino al VII secolo a.C.
Le prime forme d’arte degli Shardana sono i bronzetti di UTA, ma poi in seguito ad una catastrofe (che ricorda molto le vicende di Atlantide) furono costretti a lasciare l’isola nel 1200 a.C. e girarono il mondo. Vi ritornarono e realizzarono le Grandi Statue per qualche ragione a noi ignota.
In seguito nel II secolo a.C. la Sardegna era diventata molto potente avendo come capitale la fenice Tharros,  che nessun esercito riusciva a sottomettere. Nel 540 a.C. il generale cartaginese Malko dopo aver conquistato quasi tutta la Sicilia con 80.000 uomini cercò invano di invadere la Sardegna, finendo decimato.

















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